venerdì 18 gennaio 2013

Cera una volta. Una storia di magia e amore.

Candele fatte a mano, magia luminosa per portare amore, denaro e successo. 


Candele sono di amore e luce. Per loro natura. Nel mondo onirico, nel linguaggio dei sogni, la simbologia è chiara. Per diverse tradizioni sciamaniche, dalla Siberia ai pellirossa all’Amazzonia, 

Le candele hanno i poteri dell'illuminazione, della fecondità maschile, della visione intellettuale, della creatività e dello sviluppo. Se accese e bruciano bene, sono sempre un auspicio fausto.
Accendere una candela significa "vedere la luce".
E nello specifico la cera…
La cera, intesa come cera d'api o come la sua imitazione sintetica (stearina) per fare le moderne candele o una cera simile, raffigura un rapporto d'amore, purché l'attenzione nel sogno sia sulla cera in quanto tale e non ad es. sulla candela.

Questa che segue è una storia di amore e di cera. E di magia se per magia si intende la manifestazione, ricca di significato, delle realtà invisibili.
Cera una volta due innamorati. O forse no. O forse sì. Ai posteri l’ardua sentenza. Alla cera l’ardua sentenza.
C’erano una volta, pochi anni fa, due persone speciali, degli incontri speciali. E una boccia per i pesci.

Questa è una boccia di vetro. Di quelle per i pesci rossi. La comprai in un negozio di alimenti e oggetti per animali. Sapevo cosa farne. La rivestii d’oro con uno spray che avevo in casa (con il quale avevo precedentemente decorato una candela natalizia). All’interno misi dell’acqua. Ecco, il posto perfetto per dei lumini. Le luci avrebbero brillanto abbracciate dalla sfera e filtrate dall’oro ondeggiando sull’acqua. Mi rendo conto solo ora della perfezione di questa combinazione di forze ed elementi.
Ero solita posizionarla sul pavimento, in corrispondenza della direzione Sud (successo, pienezza), in sala, quando mi veniva a trovare l’uomo che amavo. Non ricordo quanti lumini ero solita accendere non ci facevo caso. Ma qualche tempo fa ci feci caso. La storia era allora a un punto critico. Io non ne avevo chiara percezione perché il mio sentimento era sempre stato immutato. Non ero motivata dalla necessità di attirarlo a me o spianare i conflitti. Non riesco ad avere strategie in amore. Preparo sempre l’ambiente nel modo migliore, la casa, il cibo, me… Poi quello che capita non dipende dalla mia volontà. A volte il cibo è assolutamente superlativo, a volte mediocre. Quello che capita dipende da cose che non controllo, dalle energie condivise o magari dalle percezioni della mia Anima, a me velate. Le cose succedono. Io mi predispongo al meglio, cerco di fare la cosa giusta al momento giusto, di non fare errori nella vita. Poi a volte, se è il caso, sono gli errori che cercano me. Così imparo qualcosa di nuovo. Oppure grandi regali mi sono offerti a braccia aperte. Allora la difficoltà è accorgersene e aprile le braccia. Io ci sono. Io faccio del mio meglio. Fatti sotto destino, sono pronta a tutto. Quella volta, inconsapevole della gravità della nostra situazione non prestai attenzione alle candele col fine di “fare magia”. Lo feci solo per amore, come una delle tante cose a cui prestavo attenzione.
Estrassi ognuno dei lumini dal loro contenitore di alluminio. Scrissi su ognuno per tre volte la parola amore (3 numero di crescita). Scelsi lumini bianchi in numero di cinque (5 altro numero dispari, yang, dirompente, che manifesta la crescita arrivata alla sua pienezza). Disposi i lumini nella boccia piena quasi per metà d’acqua. Al momento dell’arrivo del mio ospite, accesi con fiammifero. Poi me ne dimenticai.
Fu una serata memorabile, forse quella che ricorderò più di tutte, l’ultima delle nostre serate: l’inizio della fine. Una serata complessivamente pessima. Dopo quel giorno e grazie a quell’incontro molte spiacevoli verità si dispiegarono davanti ai miei occhi, tanto da togliermi perfino la nostalgia di quella persona. E dire che era la mia anima gemella! (o forse no. alla cera l’ardua sentenza) Ma non ho dubbi sul da farsi. Non sto con un essere potenziale ma con un essere reale, non sto con un’Anima ma con l’uomo che la incarna. L’uomo, così com’è, in questa realtà, non mi va bene. E se non c'è disponibilità al dialogo non c'è margine di trasformazione. Non va. Punto. Molto capii nei giorni e nelle settimane seguenti, per fortuiti e fortunati casi del destino o forse grazie alla mia audacia e al mio amore. Ma già quella sera stessa avevo capito che non potevo più stare con lui. Ci stavo male. Il corpo parla chiaro. Eppure ero felice di averlo visto.
Quando riordinai la casa e arrivò il momento di svuotare la boccia dorata e riporla nell’armadio scoprii una cosa curiosa. Le candeline d’amore si erano unite. Non era mai successo prima, tutte le volte che avevo utilizzato i lumini con lo stesso sistema. Di fatto, non può succedere.
Invece quando presi in mano le vaschettine di alluminio che contenevano le candele mi vennero su tutte insieme, attaccate. Si direbbe che galleggiando fossero capitate vicino e che qualche perdita di cera le abbia incollate.
L’energia ha vita propria. A volte le torte vengono bene, a volte no. A volte le candele parlano, a volte no. A volte l’amore riesce, a volte no. A volte quello che è unito nelle realtà sottili non regge la prova della materia e non riesce a incarnarsi in questa realtà. A volte l’amore c’è, si tocca con mano, ma non basta. O forse se non basta non è amore. Io non lo so.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Al momento però la cera ha detto la sua. ;)
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1 commento:

  1. le citazioni a inizio post sono senza fonte. è una scelta. trovo più etico violare i diritti di autore per un testo peraltro mai stato pubblicato che citare e promuovere una persona che ha studiato sciamanesimo ma lo usa con etica e modalità che non approvo.

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